Dagli affreschi rimasti
possiamo farci un’idea dei decori originali

Nella chiesa vi sono tracce e indizi che fanno pensare all’esistenza passata di un ampio e ricco apparato iconografico. Di quello restano alcune tracce nel presbiterio inferiore, precisamente nelle due aule del transetto; in quella di destra vi è una Crocifissione deteriorata, con la Madonna e l’Apostolo Giovanni attribuibile Maestro di Offida e collocabile attorno alla metà del Trecento; nell’aula opposta una figurazione mariana databile attorno al 1430 e con aspetti comuni ad altri dipinti contemporanei dislocati tra le Marche meridionali e l’Abruzzo. Uguali considerazioni vanno fatte per il volto mariano affrescato sul lato destro dell’endonartece.  

Nel piano superiore vi sono più estese raffigurazioni. Nel catino absidale, la parte alta mostra una Deesis col Cristo Pantocratore assiso in trono in una mandorla ovale sorretta da dodici angeli, che con una mano benedice secondo la maniera orientale e con l’altra mostra il passo della Scrittura che lo presenta come Alfa e Omega, Principio e Fine.

Ai lati le figure della Madonna della Misericordia che apre il manto, facendo così lo spazio della chiesa dove trovano rifugio fedeli di ogni rango, e poi Giovanni Battista, il messaggero mandato ad aprire la strada al Cristo. Inginocchiato ai suoi piedi, vi è un uomo vestito di blu, il committente, la cui identità è ancora oggetto di studio. Nella parte bassa del ciclo pittorico ci sono tre scene tratte dai Vangeli dell’infanzia con alcune interpolazioni provenienti dagli scritti apocrifi: la Natività, l’Adorazione dei Magi, la Presentazione al Tempio.

Fa da cornice all’intero ciclo pittorico quattordici figure di santi e sante dipinte nell’intradosso dell’arco trionfale. L’opera, di autore ignoto, è da collocarsi a metà Quattrocento, in coerenza con le vicende costruttive dell’edificio e con la data 1447 graffita su fascia rossa nella scena dei Magi adoranti. Nel complesso si tratta di un’arte trecentesca, di cui vi sono tracce in altri luoghi della regione, esempio di arte gotica che nelle zone periferiche rispetto ai grandi movimenti artistici persiste fin nel secolo successivo, senza aprirsi ai modi rinascimentali.

Lo stesso autore dipinge un’Annunciazione sulla parete destra, in uno spazio, dove sono affreschi coevi che si configurano come ex-voto dovuti a committenti diversi: una santa Lucia, un volto del Cristo in molto simile al Mandylion, una scena raffigurante la Madonna che salva un equipaggio di un’imbarcazione con l’albero maestro spezzato.

Detto della Madonna del Cervo, simbolo della vittoria sul Maligno, e altra figurazione mariana sulla parete sinistra (e in questo luogo qualcuno vi vuol vedere una della più antiche raffigurazioni della madonna lauretana), tornando ancora sulla parete destra vi è un’immagine della Madonna con il Bambino all’interno di un arcosolio gotico trilobato.

La Madonna è attorniata da quattro angeli che suonano strumenti a fiato e a corda già in uso nel secolo XIV. Nell’intradosso dell’arcosolio vi sono altre immagini: una Madonna del latte, Santa Caterina d’Alessandria, l’Arcangelo, l’Annunziata e l’Agnus Dei. Anche quest’opera è attribuita al Maestro di Offida, in una fase della carriera più avanzata rispetto a quella in cui dipinse Crocifissione del piano inferiore.

Cristo Pantocrator

Al centro del catino absidale campeggia in ieratico atto benedicente un Cristo Pantocrator inserito all’interno di una mandorla sostenuta da angeli volteggianti.

Di proporzioni gigantesche appaiono anche le figure di contorno piegate ad assecondare la curva absidale.

Alla destra del Cristo compare la Madonna della Misericordia che accoglie un gran numero di fedeli, tra cui un Papa e quattro cardinali sotto il suo protettivo manto.

Dal lato opposto un esile San Giovanni Battista che reca nel cartiglio l’iscrizione: “Ecce qui Toll[it]; ego vox[cla] mantis”.

Le raffigurazioni

 

Natività – Adorazione dei Magi – Presentazione al Tempio

Di primitiva impostazione prospettica, le raffigurazioni presentano sorprendenti notazioni veriste nella ripresa delle vesti dei personaggi e nel tentativo di identificazione fisiognomica.

Specialmente nella figura del Bambino si avverte un atteggiamento di intensa tenerezza e partecipazione sentimentale, svolto nella linea tondeggiante dei tratti e nell’uso di tonalità cromatiche delicate.

 

Cappella della Madonna
e degli Angeli

In una nicchia sul lato destro del presbiterio è raffigurata una Madonna con Bambino stagliata su uno sfondo a falso mosaico di brillante consistenza cromatica.

Due coppie di angeli sostengono un baldacchino, mentre ai piedi della Vergine stanno due angeli musicanti.

Il Bambino reca nella mano sinistra un uccellino, simbolo iconografico della Passione.

 

 

Annunciazione

“L’affresco è stato recentemente attribuito al maestro d’Offida che l’avrebbe eseguito nel primo decennio del Quattrocento.

L’impostazione è quella tradizionale dell’Angelo inginocchiato che reca il giglio, simbolo di purezza, e della Madonna che mostra il libro, simbolo di saggezza.

Ogni architettura o ambientazione vi è eliminata, sostituita da un drappo che fa da sfondo alla scena e blocca qualunque profondità prospettica

 

Madonna con Bambino

Sul lato sinistro del presbiterio affiora una Madonna in trono del XIII secolo a testimonianza del carattere dell’apparato decorativo della chiesa prima degli interventi quattrocenteschi.

In un momento pittorico dominato ancora da un potente espressionismo, questa immagine mariana si segnala per il disteso delinearsi dei piani limite.

La figura di aggraziata compostezza che ne deriva, risente di un incipiente gotico nelle linee allungate delle mani e del volto e nella ricerca di una pacata serenità psicologica, ottenuta senza freddezza né alterigia.

 

 

 

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